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5 “supercazzole” psicologiche


Di psicologia se ne parla tanto, lo so, e non è che sia una cosa sbagliata in sé. Molti giornali hanno spesso una rubrica dedicata e da qualche anno ci sono anche riviste dedicate. Questo articolo per esempio è estratto da un vecchio numero di Mente e Cervello del 2010.

La psicologia è entrata talmente tanto nell'attualità delle persone che, frase che non sopporto davvero, spesso si dice “siamo tutti un po' psicologi”. Questa diffusione così capillare ha permesso anche la creazione di alcune leggende metropolitane e considerazioni errate sul mondo e sulla stessa psicologia. Ecco una lista di 5 “psicoballe”:

1. La maggior parte delle persone utilizza il 10% delle proprie capacità mentali.

Nulla di più falso, molto probabilmente sono state le posizioni di alcuni scienziati che diversi anni fa affermavano che si conoscesse soltanto il 10% del cervello. L’informazione è stata trasformata, reinterpretata e distorta dal suo senso originario. E’ un fatto che dobbiamo accettare, il nostro cervello non è una fotocamera eccellente ma più un pittore creativo: selettivamente scegliamo alcune informazioni, spesso quelle più insolite o emotivamente accattivanti e le altre le lasciamo all'oblio. Non solo, siamo anche in grado di alterare la nostra memoria ed i nostri ricordi, trasformandoli con il tempo.

2. Una psicoterapia ti obbliga a recuperare e a fare i conti con la tua infanzia passata.

Anche in questo caso si tratta di un falso. Le radici si possono recuperare dalla “vecchia” psicoanalisi in cui si sosteneva che gli eventi traumatici dovessero essere rintracciati nel corso dello sviluppo psicosessuale del bambino e che le nevrosi degli adulti sono spesso la continuazione delle angosce infantili. C’è da dire che la psicoanalisi, oltre al fatto che è molto cambiata dall'inizio del ‘900, non è l’unica forma di psicoterapia e molte altre non fanno necessariamente riferimento al passato ma al “qui e ora”, alla vita attuale del paziente.

3. Esprimere rabbia fa bene!

Spesso si dice che togliere fuori la rabbia è meglio, piuttosto che reprimerla, come se in qualche modo possa poi esplodere all'interno. Sosteneva questa tesi già lo stesso Aristotele; assistere alle tragedie teatrali permetteva per esempio la catarsi. La rabbia, quando espressa, facilita invece l’espressione di maggiore aggressività, sia verbale che fisica. Non vale neanche il fatto di dedicarsi a sport aggressivi, si è osservato in alcuni studi infatti un aumento dell’ostilità. Esprimere la rabbia è d’aiuto solo quando questa manifestazione “è accompagnata da una risoluzione costruttiva del problema o da una comunicazione volta a ridurre la frustrazione o la ragione immediata della nostra ira”(Jill LIttrell).

4. Si guarisce dal cancro se si pensa positivo.

Magari fosse così semplice, ma purtroppo non è così. Un’affermazione questa che talvolta si è spinta tanto oltre da attribuire l’origine psicologica di molti tumori e cosa ancor più grave, si è cercato di curare l’aspetto psicologico per guarire dal cancro. Falsa e pericolosissima credenza! Questo non significa però che non si debba cercare di aver comunque un atteggiamento positivo. Quasi la metà dei pazienti affetti da neoplasia soffre anche di disturbi psicologici e quindi avere un supporto, magari anche di uno psicologo o psicoterapeuta, può essere un vantaggio per affrontare meglio la malattia (ma non certo per guarirla). Il benessere psicologico offre inoltre la possibilità di messa in atto di una serie di comportamenti positivi e salutari per un più veloce recupero dalle fatiche delle cure oncologiche.

5. Più si è vecchi e più si è tristi.

Per fortuna non è proprio così. In uno studio su 28.000 cittadini statunitensi, un terzo degli ultra ottantenni riferiva di sentirsi molto felice. I tassi di depressione più elevata in effetti sono compresi in un’età che va dai 25 ai 45 anni e diminuisce con l’avanzare dell’età. La felicità sembra aumentare almeno fino ai settant'anni.

In un mondo iperconnesso come quello di oggi, è facile che certe credenze persistano e addirittura si amplifichino, nonostante una lettura più approfondita permetta al contrario di sfatare alcuni falsi miti psicologici.

- L’essere più consapevoli ci permette non solo di essere più informati ma anche di orientare meglio le nostre scelte verso soluzioni più adattive.-


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