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Natale è sempre Natale


Natale è sempre natale, si è soliti ripetere durante l’arrivo delle festività invernali più amate. Luci, colori, alberi addobbati per benino fanno da contrasto all’arrivo dell’inverno e delle giornate sempre più buie.

Già, proprio un contrasto, quello tra la luce natalizia ed il buio invernale, così come l’aria di festa e, pensate un po’, il cattivo umore. Non è per fortuna una regola ma a volte se da una parte il ricongiungimento parentale, il tipico “cenone”, lo scambio dei regali, potrebbe sancire un momento di vicinanza affettiva, di maggiore calore e di gioia, talvolta “favorisce” anche una sensazione di irrequietezza, talora di tristezza e nei casi più gravi di comparsa o peggioramento dei fenomeni depressivi.

E’ pur vero che proprio con il cambio di stagione, ed in particolare con la ridotta presenza di luce durante l’inverno, può essere facilitata una certa deflessione del tono dell’umore. Il freddo e la presenza di maggiore buio potrebbe portare a stare a casa più a lungo, a “rintanarsi” di più nella propria intimità, evitando i contatti sociali o le attività di svago. Queste strategie, benché ci proteggano dal rigore invernale, si rivelano talvolta disadattive in termini di umore. Spesso quello che facciamo, ovvero le componenti comportamentali, e quello che pensiamo, ovvero le componenti cognitive, favoriscono la slatentizzazione o il peggioramento di processi depressivi.

Il cambiamento di stagione è inoltre in grado di alterare i ritmi circadiani e biologici di quella precedente e provocare problemi sia organici e sia psicologici.

… è indispensabile che i ritmi biologici (in particolare il ritmo circadiano e il ritmo sonno-veglia) siano regolari: una loro interruzione, modificazione o inversione è un vero e proprio fattore di rischio o fattore aggravante, sia per malattie organiche sia per disturbi psichici. (https://www.ospedalesantandrea.it/index.php/menu-approfondimenti/parlano-gli-specialisti/264-articolo-girardi)


La scienza ci viene incontro, nelle parole del dottor Giusepppe Tavormina, segretario generale di EDA (European Depression Association) e EDA Italia Onlus. che afferma:

«Le stagioni interferiscono nettamente sull’insorgenza o riacutizzazione della depressione e delle malattie dell’umore in genere. La stagione invernale, molto più che quella estiva tende ad accentuare le problematiche depressive piuttosto che quelle euforiche/irritabili, anche come risposta alla mancanza di una sufficiente irradiazione solare, propria dei mesi invernali che favorisce la componente depressiva dell’umore».


In letteratura si parlava in passato di disturbo affettivo stagionale (DAS), ma attualmente la classificazione del DSM V fa riferimento solo ad uno specificatore per il disturbo depressivo maggiore ricorrente con la dicitura “con andamento stagionale”.


Senza dilungarmi troppo nei tecnicismi, distanti dal target di questo articolo, rimane evidente che a natale non sempre ci arriviamo in forma perfetta, almeno da un punto di vista psicologico!

L’esame della letteratura scientifica mostra che in generale l’umore potrebbe peggiorare proprio durante il periodo di natale.

“According to our findings, the general mood of individuals may worsen and the number of alcohol-related fatalities may increase around the Christmas holiday”(Sansone 2011).



Può fare la comparsa l’ansia, il senso d’impotenza e la solitudine. Gli autori di alcune ricerche riferiscono che uno dei fattori più rilevanti nelle depressioni natalizie è la credenza individuale nel mito che tutti gli altri si divertano e sono impegnati nello scambiarsi gli affetti familiari - chiaramente è un desiderio, un pensiero, ma non necessariamente un fatto.

“The three most endorsed study themes were loneliness, anxiety, and helplessness… Peretti concluded that one of the most relevant factors in Christmas depressions is the individual’s belief in the myth that everyone else is having a good time and engaged in loving family relationships—clearly a wish, but not necessarily a fact.” (Peretti PO. Holiday depression in young adults. Psychologia. 1980;23:251–255)

In conclusione, riferisce nello specifico Sansone et Al.:

“Secondo gli orientamenti generali indicati da questi studi, le vacanze di Natale sembrano mostrare due tendenze distinte. In effetti, sembra esserci un aumento di alcuni tipi di psicopatologia durante le vacanze, come il peggioramento dell'umore e dei decessi correlati all'alcol.

Ma al contrario, sembra esserci anche una diminuzione nell'utilizzo complessivo di servizi di emergenza psichiatrica e meno comportamenti autolesionistici e tentati (o effettivi) comportamenti suicidari. Le diminuzioni precedenti sembrano mostrare un fenomeno di rimbalzo dopo le vacanze di Natale.

Quindi in generale si assiste non ad un aumento di psicopatologia ma ad un aumento degli stati di disforia.

“Questi risultati generali suggeriscono che i medici, sia nella psichiatria che nelle strutture di assistenza primaria, potrebbero anticipare una diminuzione generale dei fenomeni correlati alla psicopatologia immediatamente prima delle vacanze di Natale. Tuttavia, è probabile che ci sia un corrispondente aumento della psicopatologia subito dopo le vacanze di Natale. Pertanto, sembra che il Natale esibisca un effetto generalmente protettivo nei confronti di molte forme di psicopatologia, ad eccezione dei disturbi dell'umore e degli avvelenamenti correlati all'alcol.”

Gli interventi di prevenzione sia medica che psicologica potrebbero ridurre il fenomeno. Può essere importante rivolgersi ad uno specialista, psicologo o psichiatra, al fine di valutare la presenza di un eventuale disturbo psicologico e soprattutto evitare che peggiori dopo le festività.


Tre consigli


Ecco tre che consigli possiamo adottare in presenza di sintomi (che naturalmente non sostituiscono l’eventuale intervento dello specialista)?

  1. Se è vero che la deflessione del tono dell’umore potrebbe portarci ad aver meno voglia di fare le cose, è invece opportuno sforzarci il più possibile per non rinunciare ad esperienze piacevoli. Magari potremmo porci degli obbiettivi meno ambiti ma dobbiamo fare qualcosa.

  2. Se ci sentiamo tristi potremmo comunicarlo a qualcuno di cui ci fidiamo in modo particolare ma non a tutti, altrimenti correremmo il rischio di amplificare ulteriormente il nostro stato di disagio. Se ci sentiamo giù, gli altri finiranno col ricordarcelo anche quando non ci stiamo neppure pensando!

  1. …e poi il consiglio cardine, “evitiamo di evitare”: l’ansia e l’umore depresso ci bloccano, ma se ci fermiamo rischiamo di limitare il nostro spazio vitale, all'inizio potrà essere rassicurante, ma poi alla lunga ci sentiremo più soli e lontani dal mondo.

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Bibliografia

Cullum SJ, Catalan J, Berelowitz K, et al. Deliberate self-harm and public holidays: is there a link? Crisis. 1993;14:39–42

Peretti PO. Holiday depression in young adults. Psychologia. 1980;23:251–255

Sansone RA & Sansone LA (2011). The christmas effect on psychopathology. Innov Clin Neu


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